Milano Finanza: Sulle imprese il macigno del gas

Il rialzo dei prezzi energetici per il comparto industriale entra adesso nel vivo, diventando una realta' molto piu' preoccupante di quanto espresso fino a ora. E con un impatto molto forte sui bilanci della seconda parte del 2022. Le prospettive si fanno infatti nerissime per l'industria italiana energy intensive (dagli alimentari, alla carta, alla ceramica e cosi' via), considerando che si avvicina il momento in cui i contratti di fornitura di gas per il settore industriale dovranno essere rinegoziati e che avverranno alla luce di un rialzo del 250%.

Come rivela una ricerca di Oliver Wyman visionata in esclusiva da MF-Milano Finanza, oltre la meta' dei volumi consumati dall'industria nazionale gode ancora di prezzi fissi stipulati nel 2021, per cui il vero rincaro deve ancora abbattersi sulle bollette. Per l'esattezza, come si nota nel grafico in pagina, in Italia i contratti di fornitura gas per il settore industriale vengono sottoscritti tra aprile e settembre di ogni anno, con una sostanziale prevalenza di contratti a prezzo fisso di durata annuale. Questi accordi ora sono dunque in scadenza e il rinnovo comportera' un immediato rincaro attorno al 250%. Le aziende, infatti, finora hanno viaggiato ancora con i prezzi di contratti sottoscritti nell'aprile 2021, in cui ogni Mwh costava all'incirca 20 euro (tra i livelli piu' bassi mai toccati), mentre adesso il prezzo del gas a Mwh viaggia intorno ai 105 euro, per cui domanda e offerta potrebbero incontrarsi attorno a 60-65 euro/Mwh.

"L'impatto e' cosi' importante che non puo' essere risolto nel breve con la singola iniziativa dell'imprenditore", ha chiarito Sandro Melis, partner responsabile Energy and Natural Resources per il Sudest Europa di Oliver Wyman. In questo contesto, si aprono quantomeno due scenari per le imprese, ha aggiunto l'esperto. Da una parte, "coloro che potevano scaricare gli aumenti a valle hanno gia' iniziato a farlo da diversi mesi, ad esempio nei settori non in concorrenza con produzioni provenienti da paesi con un prezzo dell'energia competitivo".

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