COVID-19: le banche wholesale rischiano un calo degli utili superiore al 250%

Un nuovo report di Oliver Wyman e Morgan Stanley analizza l’impatto della pandemia sul settore e il modo in cui il corporate & investment banking dovrà trasformarsi

Crollo degli utili del 250% nello scenario peggiore, del 100% in quello migliore: questo il possibile impatto della pandemia di COVID-19 sul settore del wholesale banking secondo Oliver Wyman e Morgan Stanley, che nel loro ultimo report Steering Through The Next Cycle analizzano le ripercussioni sui servizi bancari wholesale della crisi sanitaria e della potenziale recessione in arrivo.

Lo studio disegna tre scenari di evoluzione della pandemia, da un rapido rimbalzo a una profonda recessione globale, e ne valuta le implicazioni per le banche wholesale. Nello scenario base, la combinazione di minori guadagni ed elevate perdite su crediti potrebbe far crollare gli utili del 100%, stima che sale al 250% nello scenario peggiore. In quest’ultimo caso, la perdita di utili sarebbe pari al valore di 10 trimestri, rispetto ai 14 della crisi finanziaria del 2008 e ai 4-7 dei precedenti shock economici.

Il settore, si sottolinea nel report, ha accumulato ampie riserve di capitale e liquidità per sostenere questo tipo di stress, e può così giocare un ruolo importante nell’assorbire lo shock che ha colpito l’economia. Ma la redditività non è mai stata così bassa alle soglie di una crisi, e le ripercussioni sugli utili potrebbero rivelare delle debolezze strutturali in alcuni modelli di business. L’analisi suggerisce che lungo tutto il ciclo economico alcune banche potrebbero offrire ritorni inferiori al 5%, ben al di sotto del 10% richiesto dagli investitori. 

Anche in vista di ciò, gli esperti di Oliver Wyman e Morgan Stanley spiegano che questo potrebbe essere il momento giusto per un’ondata di consolidamento del settore, in particolare in Europa. Le dimensioni potrebbero infatti essere un fattore determinante nella resilienza delle banche di fronte a questa crisi, anche considerando le sfide che le attendono nei prossimi anni: dai temi del climate change e della sostenibilità, che potrebbero generare fino a 3 punti percentuali di RoE di differenza tra le varie banche, all’aggressione delle fintech, già in forte crescita e che si prevede attrarranno altri 60-120 miliardi di capitali netti nei prossimi 3 o 5 anni.

Claudio Torcellan, partner e responsabile Financial Services Sud Est Europa di Oliver Wyman, dichiara: “Il business Corporate & Investment Banking delle banche italiane è storicamente focalizzato sul servizio alla clientela corporate e come tale sarà particolarmente impattato dalla crisi Covid-19. La capacità di gestire il rischio di credito e di supportare la ristrutturazione di interi settori industriali duramente colpiti dalla crisi (es. aviazione, turismo, automotive, oil & gas), sfruttando al meglio l’enorme supporto pubblico stanziato per la loro difesa e per la ripartenza dell’economia, saranno fondamentali nell’immediato.”

“In termini strutturali e prospettici, la scala e la necessità di investire in tecnologia continuano ad essere i fattori chiave per garantire la profittabilità del business CIB: la compressione dei ricavi e dei margini conseguente la crisi potrebbero spingere le banche europee a unire le forze per contrastare la potenza di quelle americane, anche a fronte del probabile supporto politico e istituzionale al consolidamento viste le enormi risorse pubbliche messe in campo per contrastare la crisi.” 


Oliver Wyman

Oliver Wyman è leader globale nella consulenza manageriale. Con uffici in più di 60 città in 29 Paesi, Oliver Wyman unisce una profonda conoscenza di settore a competenze specializzate in strategia, operazioni, gestione del rischio e trasformazione dell’organizzazione. L’azienda si avvale di più di 5.000 professionisti in tutto il mondo per aiutare i clienti a ottimizzare il proprio business, migliorare le operazioni, il profilo di rischio e la performance per cogliere le migliori opportunità disponibili. Oliver Wyman è un’azienda sussidiaria interamente controllata da Marsh & McLennan Companies [NYSE: MMC]. 

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